È la degenerazione dei tessuti articolari, che porta a perdita della cartilagine, formazione di becchi ossei chiamati osteofiti, diminuzione dello spazio articolare e deformità dell’articolazione. Tipicamente il ginocchio si deforma in varo o valgo e può rimanere più o meno bloccato in flessione. Clinicamente questo si traduce in dolore a livello del ginocchio, spesso versamento articolare, difficoltà nella salita o discesa delle scale e nella camminata su piani inclinati. In alcuni casi è evidente l’instabilità durante la deambulazione. La degenerazione può riguardare un solo compartimento del ginocchio o l’intera articolazione.
La scelta è sempre legata al dolore ed alla limitazione della vita quotidiana del paziente. Se i movimenti sono liberi e lo spazio articolare ancora conservato alla radiografia, si può tentare un trattamento conservativo, con infiltrazione intra articolare e fisioterapia.
Quando non si riesce a controllare il dolore, il ginocchio appare instabile o la degenerazione è tale da non permettere il trattamento conservativo, si procede all’impianto di una protesi.
L’intervento, eseguito in anestesia spinale, consiste nella sostituzione dei compartimenti malati con una protesi, fatta di titanio e polietilene, attraverso una incisione di 10-12 cm. Le protesi possono sostituire un solo compartimento (protesi monocompartimentali) o l’intera articolazione (protesi totali).
Il paziente viene normalmente messo in piedi lo stesso giorno dell’intervento. Dal giorno successivo inizierà a camminare con l’aiuto dei fisioterapisti e proseguirà la fisioterapia per un periodo di circa un mese. Dopo circa 3-4 mesi il paziente avrà, in genere, pienamente recuperato la propria autonomia. Dopo questo intervento i pazienti si dichiarano soddisfatti in una percentuale tra il 95 e 96 %. Le protesi monocompartimentali hanno storicamente una durata inferiore rispetto alle protesi totali, ma presentano il vantaggio di un più rapido recupero e di non sacrificare i restanti compartimenti sani.